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martedì 24 settembre 2013

Venerdì 27 settembre, ore 21 Serge Quadruppani alla Libreria Belgravia Torino




In questi giorni, in cui il movimento NoTav è più che mai sotto l'attacco di procura, magistratura, media, che, privi di argomenti seri e documentati per controbattere alle ragioni del NO (quelle sì serie e documentate), stanno cercando di agitare la paura del terrorismo (ricordiamo che persino Roberto Benigni, in un suo vecchio film, "Il Mostro" appunto,  aveva sbeffeggiato, come solo lui sa fare, tali rozzi meccanismi; sono passati vent'anni da quel film ma sembrano secoli...). Per parlare anche di questo

ricordiamo l'appuntamento con Serge Quadruppani e Maurizio Pagliassotti
Nella  Valle di Susa si sta giocando una partita che ormai va oltre il treno, in questa valle si sta affermando e da questa valle si va sempre più diffondendo una visione del mondo e dell'economia diversa e contrapposta a quella che ormai da decenni lobby economiche e finanziarie tentano di proporci come l'unica possibile. E questa valle è diventata, abbastanza suo malgrado...,  un simbolo - in Italia e non solo - per tutti quelli che non accettano di "non disturbare mai il manovratore".
Per questo il movimento NoTav è oggetto quotidianamente di attività di denigrazione e calunnia da parte dei media.

Solo con ragionamenti razionali, sensati, basati su dati e su informazioni corretti e approfonditi, si può riuscire a smontare la grancassa della propaganda che dai vari giornali, tv, ecc. tenta di non farci vedere le fabbriche che chiudono, gli ospedali che chiudono, gli asili che chiudono, le scuole che cadono a pezzi, i servizi sociali che scompaiono, una città, Torino, in cui i negozi con le seracinesche abbassate sono in numero ormai imbarazzante agli occhi di ciascuno di noi.
E se anche ce li fanno vedere, perché il banchetto degli operai davanti alla fabbrica chiusa e la lacrima (del disoccupato, del familiare del morto sul lavoro, del prossimo candidato alla miseria o del già miserabile) fa sempre folclore e, almeno per qualche ora, un po' di audience; ma "misteriosamente" non si va mai a fondo del perché tutto ciò accade, delle scelte (economiche, finanziarie, politiche) che stanno alla radice di questi disastri. E' la crisi, è la globalizzazione, è il mercato "baby"...
In Valle di Susa da anni ormai il re è nudo, non ci siamo mai stancati di smascherare con ogni mezzo le balle di quelli che sponsorizzano le grandi opere  con l'unico obiettivo di riempire le tasche proprie e dei loro amici, parenti e conoscenti, oltre che ovviamente quelle della mafia (e a volte le tasche coincidono....) e di quelli, sì, miserabili, moralmente miserabili, che sperano con il loro servilismo di arrivare a piluccare almeno le briciole del business.

Tutti coloro che che si sono posti delle domande ed hanno provato a comprendere le ragioni di  un’intera comunità per sgomberare il campo dai pregiudizi, rivendicando il diritto di ragionare con la propria testa – giuristi, intellettuali, giornalisti come Gad Lerner, Erri De Luca, Stefano Rodotà, Gabriele Salvatores, Laura Puppato, tanto per citarne alcuni, hanno subito attacchi feroci dal loro stesso mondo, quello dei media e della politica. Chissà perché....
Salvo poi, lo stesso mondo versare - dopo, sempre dopo - fiumi di inchiostro e di parole sulla Thyssen, sull'amianto, sulla "campagna" della Campania inquinata, sulla devastazione del Mugello, sull'Ilva di Taranto, sugli arresti di questi giorni in Umbria, ecc. ecc. ecc.
Noi della Valle di Susa queste lacrime di coccodrillo non le vogliamo, non vogliamo un processo tra venti trenta o quarantanni, in cui saremo a piangere i disastri ambientali, umani ed economici conseguenti alla costruzione della linea ad alta velocità, ennesima cattedrale nel deserto, e forse anche  a condannare i responsabili ottuagenari/novantenni o i loro "nepotini", noi vogliamo fermare questo disastro adesso e subito. Per farlo abbiamo bisogno del sostegno di tutta l'Italia, abbiamo bisogno che tutte le persone ancora oneste in questo Paese (e lo vogliamo scrivere ottimisticamente con la maiuscola) capiscano che in questa valle non ci sono terroristi ma cittadini che non vogliono essere sudditi, cittadini che credono nell'autodeterminazione, e nell'opposizione allo sperpero del denaro delle nostre tasse. E abbiamo bisogno che tutte queste persone ancora oneste, oltre a capire, si mobilitino, partecipando alle iniziative e supportando il movimento NoTav e tutti i movimenti di opposizione a grandi opere ed  ecomostri vari che nascono ormai come funghi nel nostro Paese e non solo (NoMuos, NoTap, NoNavi, no termovalorizzatori, no inceneritori, ...).
Quando lo stato (questo sì con la minuscola) ha bisogno di recintare un cantiere con filo spinato e di farlo presidiare da ingenti forse di sicurezza, e ciò oltretutto viene  sbandierato sui media come se fosse un merito..., e si avvale di procure e giudici compiacenti per perseguitare i cittadini con motivazioni di provvedimenti cautelari sistematicamente censurate dai giudici di seconda istanza, è evidente che non è per fronteggiare quattro facinorosi terroristi, ma tutta una popolazione "contro" e che non è riuscito a convincere con mezzi democratici, proprio perché argomentazioni ragionevoli per il SiTav non ce ne sono.
E' sufficiente sforzarsi e informarsi un po' di più, andare un poco oltre i soliti giornali e le solite trasmissioni televisive. Quando si comprendono i meccanismi della malainformazione e della malapolitica è facile capire le manipolazioni dei media e scegliere da che parte stare. 

I libri e il  saggio di Serge sono un contributo a questo percorso.
Partecipiamo all'incontro e firmiamo la petizione per Erri De Luca, per sostenere lui e tutti quanti noi,  in tutta Italia...

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