SOLIDARIETA' CONCRETA

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lunedì 30 giugno 2014

21 GIUGNO FESTA DELLA MUSICA IN FRANCIA

Il 21 Giugno festa della musica in Francia, gli abitanti della Valle Roia, Alpi Libere, comitati pendolari, una delegazione no tav della Valle di Susa e tanti amici e amanti delle valli hanno manifestato a Tenda contro la riduzione del traffico dei pendolari e contro la costruzione di nuovi tunnel che con il loro corollario di infrastrutture trasformeranno questa vallata in un'autostrada.

Oltre ai danni per la salute e l'ambiente prodotti dalle polveri e dall'uranio presente nella Valle Pesio, come dimostrano le morti degli operai che parteciparono agli scavi nei primi del novecento, diretti da Marie Curie alla ricerca di uranio.

Una giornata che ha visto una presenza numerosa da entrambi i lati della frontiera con: banchetti, striscioni, distribuzione di volantini, cibo condiviso, musica e interventi. La gendarmerie, nonostante il Sindaco avesse vietato la manifestazione si è limitata a fotografare la manifestazione, gli striscioni e le targhe auto dei partecipanti.

Nel corso dell' iniziativa, si è sottolineato come la devastazione della montagna riguarda tutte le vallate, gli interessi economici sono gli stessi, stessi i tagli del traffico pendolari, stesse le motivazioni e il tentativo di comperarci con supposte compensazioni.


Più interventi hanno denunciato la repressione in atto contro i movimenti di opposizione sociale in Italia come in Francia, richiesto la libertà per Chiara, Claudio, Niccò e Mattia ed espresso la solidarietà complice verso tutti i multati ed inquisiti del movimento no tav .
Una giornata in cui tutti insieme, complici, amici , Valsusini e abitanti della Valle del Roia, abbiamo messo un tassello in più contro la devastazione delle nostre valli.

Jacob de la Ramat 



domenica 29 giugno 2014

Ripostiamo da CarmillaOnLine recensione di Sandro Moiso su Canto XXXIII BIS L'INCREDIBILE MANOSCRITTO RITROVATO IN VALSUSA



di Sandro Moiso
dante 1Dante AlighieriInferno – Canto XXXIII Bis – L’incredibile manoscritto ritrovato in Val Susa, Edizioni TABOR, Valle di Susa (TO) 2013, pp. 64, € 6,00
Sono note da secoli le profezie dantesche contenute nella Commedia, come ben sanno gli studenti liceali costretti a studiarle e a scriverne sui siti delle scuole per far ben figurare i loro Istituti e i loro insegnanti. Ma il manoscritto fortunosamente ritrovato tra le carte depositate presso la Sacra di San Michele apre agli studiosi nuove possibilità di indagine sulle capacità divinatorie del Poeta.
Non soltanto per quanto riguardava la sua vita e il suo esilio, ma anche il destino della specie umana nel suo insieme.
Dalla sofferente esclusione dalla propria patria nasce, infatti, il grande ruolo profetico di Dante come portatore di reale e nobile virtù, ma se le profezie di Ciacco, di Farinata degli Uberti, di Brunetto Latini e dell’avo Cacciaguida erano tutte rivolte alla vita del poeta e al suo esilio oppure alle vicende politiche di Firenze tra XIII e XIV secolo, qui siamo di fronte ad una scoperta sensazionale, non solo dal punto di vista della storia della letteratura, poiché il Divin Poeta delinea con precisione quello che sarà il destino dell’umanità nel suo insieme e della Valle che egli stava percorrendo per recarsi a Parigi dove, intorno al 1308, avrebbe frequentato per qualche tempo la facoltà di Teologia.
E’ veramente da lodare, quindi, l’impegno con il quale il Prof. Filippo Mollea Ceirano ha affrontato il gravoso compito di ricostruire il testo nella sua interezza e nel travaglio che ne hanno accompagnato, prima, la stesura e, poi, la decisione di abbandonarlo alla critica corrosiva dei topi.
Lavoro filologico che, come è ben chiarito nell’introduzione, ha dovuto fare i conti con i sempre più frequenti tagli intervenuti sulle spese universitarie da parte di un governo che non sembra , nemmeno lontanamente, comprendere l’importanza del lavoro svolto dal dipartimento di Storia delle origini della letteratura italiana diretto dal professore.
Il fatto, poi, che l’Università cui fa riferimento il suddetto Dipartimento rimanga anonima è sicuramente dovuto alla volontà di aver voluto impedire l’esplodere di curiosità e di ipotesi che avrebbero potuto, e potrebbero ancora, danneggiare la serietà del lavoro scientifico svolto dal professore e dalla sua ristretta e fidatissima équipe che temono di essere presentati ed assillati dai media come novelli Dan Brown.
Ma veniamo ora al testo. Occorre subito dire che, come quasi tutti i testi di Dante, è un testo legato alle esperienze del poeta stesso e che, come quasi tutti quelli della maturità, è un testo politico. Militante si potrebbe quasi dire. Dante, in esilio, stava attraversando le terre del conte Amedeo di Savoia nel periodo in cui, su richiesta del Papa Clemente V e del Re di Francia Filippo il Bello, si provvedeva a migliorare la strada che collegava la Francia con Torino, Asti (all’epoca importante centro di commerci e attività economiche), il marchesato di Saluzzo e il Monferrato.
Tale progetto cozzava però con la resistenza montanare e contadina di coloro che lungo il percorso previsto si opponevano sia all’esproprio forzato dei terreni appartenenti ai piccoli proprietari indipendenti, sia al lavoro coatto richiesto come corvée dal conte savoiardo per la realizzazione del progetto stesso. E Dante, proprio all’altezza di Sant’Ambrogio, finiva con l’essere coinvolto in una diatriba tra villici e scherani del conte, finendo con l’essere da questi ultimi duramente e ingiustamente malmenato e, infine, trattenuto con l’accusa di aver eccitato gli anime con le sue parole.
Rilasciato in condizioni miserabili, sarà ospitato dai monaci della Sacra di San Michele che lo cureranno con un intruglio che lo stesso poeta descrive nelle carte ritrovate: ”eravi nella nomata potione di certo aliquanta santoreggia, e della artemisia absinte, e poca digitale e laudano in buona mensura; eranvi di poi li fiori di una particulare spezie di canapa, che dicesi venga dalle lontane Indie, ma che bene forte s’accresce anco nello giardino de’ divoti frati, che spesso l’usano per fare de’dolciumi, manducati li quali spesse volte li fa visita Nostra Signora la Madonna; eranvi di poi una radice di genziana, et multi essiccati pezzi del fungo, che trovasi nelli boschi attigui, che chiamasi ammanita [...] et essi anco sono di molto aiuto alle lor preci, imperrocché ingollata la giusta dose mai fu vana l’attesa di una divina apparizione”.
E’ straordinaria la ricostruzione d’ambiente che l’Alighieri, con spirito più prossimo a quello dell’antropologo che a quello del letterato, riesce a tramandare a distanza di secoli. Ma ancor più straordinaria è la profezia sul futuro di quella valle e del genere umano contenuta nei versi di un canto che lo stesso poeta, forse spaventato dalla sua stessa visione, volle poi abbandonare tra le mura della Sacra. Visione certamente non estranea al consumo fatto della suddetta pozione.
dante 2Il canto conta più del doppio dei versi normalmente contenuti negli altri e forse anche questo spinse Dante a tralasciarlo per non venir meno all’unità stilistica della sua opera, ma l’avvio del canto è “classico”. Il poeta scorge, attraverso una fessura, dei diavoli all’opera per preparare quella che sembra essere un nuovo girone dell’Inferno e naturalmente sarà il suo accompagnatore, Virgilo, a dargliene spiegazione:
Si puniranno in cotesta contrada
quei peccatori che avran disianza
di trasformare, a seconda ch’aggrada,
del mondo la natura e la sostanza
e impiegheran l’ingegno e la fatica
per appagar la loro tracotanza” (vv. 64 – 69)
Vedendo il poeta turbato, Virgilio continua:
Questo è distinato
a castigare il tristo tradimento
di chi in imperio suo vorrà ogni umano
per costringerlo a un folle movimento.
Questi imporran lo sforzo inane e vano
di mover di continuo cose e genti
sempre più in fretta e sempre più lontano.
Lo bieco fine degli spostamenti
sarà crear profitti con l’inganno
promettendo vantaggi inesistenti” (vv. 84 – 93)
Ma cosa aveva turbato Dante così tanto, tra ciò che aveva intravisto del lavoro degli operosi demoni?
Una strada ponean tratto per tratto
sovra la terra, fatta in duro acciaro,
sì come ‘l fabbro forma il catafratto.
Due barre parallele paro paro
li diavoli avvitavano a traverse
fitte in la terra nel verso contraro.
Così un sentiero sovra il pian s’aderse,
non di ghiaioso fondo, o lastricato,
ma di ferree rotaie lisce e terse” (vv. 73 – 81)
Ciò che impressiona non è solo la previsione delle ferrovie ultra-veloci che avrebbero dovuto solcare in futuro la Valle, ma la punizione tremenda, tipica del contrappasso, che sulle quelle rotaie sarà consumata ai danni degli amministratori, dei politici, degli imprenditori, dei mafiosi e finanzieri che saranno coinvolti secoli dopo nell’orrendo progetto. Tutti facilmente riconoscibili ancora oggi.
Ma per non turbare oltre il lettore e, soprattutto, per non guastare il suo divertimento, non resta che chiudere su questo punto; ricordando che l’opera è distribuita da una piccola, coraggiosa e meritoria agenzia di distribuzione libraria torinese che da anni è impegnata nel diffondere a livello nazionale le pubblicazioni dell’ editoria antagonista e indipendente.1
  1. DIEST, via Cognetti de Martiis n.39, 10149 Torino, telefono/fax: 011 8981164, e-mail: posta@diestlibri.it  
    da CarmillaOnLine

martedì 24 giugno 2014

24 GIUGNO 2014 BIANCA GUIDETTI SERRA

E' mancata oggi un altro personaggio importante del "secolo breve", Bianca Guidetti Serra, partigiana, avvocato ed instancabile difensore dei diritti dei più deboli: minori, lavoratori e detenuti. Vicina alla Valle di Susa da sempre, la ricordiamo con affetto speciale e nell'abbracciare Fabrizio e la sua famiglia, la ricordiamo con il saluto di TgValSusa:


"Stamane Torino ha perso una grande donna, figura centrale della giustizia e della politica per molti anni. A darne notizia il figlio Fabrizio Salmoni.
Bianca Guidetti Serra è stata l'avvocata dei deboli, delle minoranze, degli sfruttati, ha difeso operai, studenti, e minorenni che hanno subito abusi, ha lavorato per ottenere leggi moderne sull'adozione. È mancata stamane, alle 8,30, dopo lunga malattia a 95 anni nella sua casa di Torino che era stata anche il suo studio legale. Lo comunica il figlio Fabrizio Salmoni con la moglie Cecilia e la figlia Loretta Lisa.
Al di là delle sue brevi esperienze istituzionali (deputata indipendente per Democrazia Proletaria 1987-90*; consigliere comunale indipendente con Dp 1985-87; poi ancora con il Pds 1990-99), Bianca è stata una grande avvocata anche quando si è trattato di confrontarsi con i poteri forti: fu parte civile con i sindacati contro la Fiat per le schedature illegali dei dipendenti (unica, storica condanna penale della Fiat); fu difensore del Direttore del giornale Lotta continua Pio Baldelli contro il commissario Calabresi e fu parte civile nel processo contro i Frati Celestini di Prato, imputati di maltrattamenti nei confronti dei bambini a loro affidati. La ricordiamo anche per altri processi storici (banda Cavallero, banda XXII Ottobre, Brigate Rosse, Ipca di Ciriè, Eternit di Casale Monferrato) ma la gente la ricorderà soprattutto per la miriade di processi in difesa di militanti politici degli anni Sessanta-Settanta.
All’avvocatura era approdata nel 1947, dopo la Resistenza che l’aveva vista staffetta partigiana in Val di Susa e in Val Chisone; impegnata ad aiutare, con Ada Gobetti amici e conoscenti ebrei, considerati di “nazionalità nemica” dalla Repubblica Sociale italiana; e ancora come organizzatrice dei Gruppi di Difesa della Donna a Torino.
Quando sui muri di Torino apparvero i primi manifesti antisemiti, Bianca – con la più giovane sorella Carla (che avrebbe poi sposato Paolo Spriano), con Alberto Salmoni (che sarebbe, in seguito, diventato suo marito) e altri giovani – si mise metodicamente a strapparli. Forse in questa determinazione (che la polizia, per fortuna dei ragazzi, considerò soltanto un atto di vandalismo) giocò l’amicizia con Primo Levi. (Anpi)
Iscritta al Pci dal 1943, ne uscì nel 1956 a seguito dei fatti d’Ungheria e si dedicò quindi completamente all’attività professionale, pur sempre nell’ambito della più ampia sinistra italiana, da indipendente: si occupa con determinazione del diritto di famiglia e della tutela dei più deboli, dei minori e dei carcerati; è presente nelle fabbriche torinesi per assistere gli operai per conto della Camera del lavoro; negli anni Settanta combatte la battaglia contro le schedature politiche degli operai alla Fiat.
Nel maggio del 2009 intervistata dal  quotidiano «La Stampa» in occasione dei suoi 90 anni, le fu chiesto quale significato ebbe il processo, che la vide protagonista come parte civile, sulle schedature scoperte dall’allora pretore Guariniello – processo che si concluse con l’assoluzione degli imputati:
Io credo che un significato l’abbia avuto: quello di non accettare un sistema iniquo senza protestare. Era una storia di abusi. Che giustificava la volontà di ribellarsi. Dopo di allora nessuno poté più pensare di trattare così gli operai. La Stampa»)
Nel 1987 si dimise da consigliere per presentarsi, sempre come indipendente nelle fila di Dp, alle elezioni per la Camera dei Deputati. In Parlamento prese parte ai lavori delle Commissioni giustizia e antimafia. Nel 1990, insieme a Medicina Democratica e all’Associazione Esposti Amianto (AEA) partecipò alla presentazione, come prima firmataria, di una proposta di legge per la messa al bando dell’amianto, approvata poi nel 1992 (“Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”, Legge n. 257 del 27 marzo 1992).
Aveva smesso di esercitare nei primi anni Novanta per le prime difficoltà fisiche, poi nel 1997 il primo ictus ne aveva definitivamente interrotto l’attività.
Il suo impegno nel campo del diritto ci dice che, in coerenza con le sue scelte di sempre e con la sua indole combattiva, oggi la vedremmo certamente dare battaglia in Tribunale in difesa dei valsusini e di chiunque subisce gli abusi del Potere. Per questo, e in omaggio alla sua vita, siamo sicuri che saranno in molti a volerla andare a salutare per l’ultima volta. Si attendono nelle prossime ore informazioni più dettagliate sulle sue esequie."
La redazione di TG Vallesusa si stringe con affetto attorno all’amico e collega Fabrizio Salmoni in questo momento di dolore per la perdita della mamma Bianca.
* Diede le dimissioni da parlamentare dopo poco più di due anni per incompatibilità personale con quel tipo di lavoro
Bibliografia di Bianca Guidetti Serra:
Il paese dei celestini (con Francesco Santanera), Einaudi, Torino 1973
Compagne. Testimonianze di partecipazione politica femminile (II vol.), Einaudi, Torino 1977
Le schedature Fiat, Rosenberg & Sellier, Torino 1984
Storie di giustizia, ingiustizia e galera, Linea d’Ombra 1994
Da segnalare la sua biografia autorizzata: Santina Mobiglia, Bianca la rossa, Einaudi, Torino 2009.
© Copyright 2014 TG Valle Susa,

sabato 14 giugno 2014

Una montagna di libri contro il tav vol III - Sandro Moiso


Pubblichiamo il contributo di Sandro Moiso dopo i tre giorni passati insieme:

Valle e Gemeinwesen


Da anni mi è caro il concetto di “comunità umana”, rintracciabile ( come Gemeinwesen, traducibile come comunità, essenza comune o uomo che vive in comunità) fin dalle opere giovanili e meno “scientifiche” di Marx come sinonimo di una comunità libera, comunista.
Nella mia vita ho incrociato questo tipo di comunanza di intenti e di vita soprattutto durante le lotte degli anni settanta e della fine dei sessanta.
Perché la gemeinwesen è una comunità viva e attiva, vive nel cambiamento e per il cambiamento. Potrei dire che la gemeinwesen è la rivoluzione in marcia; non quella dei partiti e degli organismi formali, ma degli uomini e delle donne che la stanno facendo, che stanno cambiando il mondo.
Se il comunismo è il movimento reale che cambia lo stato di cose presenti allora, come dicevo all’inizio non può che coincidere con la comunità umana, indipendentemente dalle forme organizzative e socio-politiche che questa si da nella lotta e per la vita.
Può vincere e cambiare la Storia e può vivere per un breve istante, ma viverla è l’esperienza più entusiasmante che si possa vivere. Quando vengo in Val di Susa  vivo in una comunità umana e nei giorni di una “Montagna di libri” l’ho vissuta ancora più intensamente. Che volete che aggiunga d’altro? Ah, sì...che mi vedrete più spesso nella vostra Valle/comunità!


grazie, e anche noi ci auguriamo di vedere Sandro più spesso con noi in valle !

venerdì 13 giugno 2014

Una settimana fa Una montagna di libri contro il tav vol.III - GRAZIE


Dopo i tre bellissimi giorni trascorsi insieme, ricchi di scambi di esperienze, di idee, di opinioni, con discussioni anche accese e sempre stimolanti, vogliamo ringraziare tutti gli autori, gli editori e gli esperti che hanno partecipato e che speriamo di avere ancora con noi in futuro per nuove iniziative:

Marco Aime, Marco Bailone, Simona Baldanzi, Stefano Boni, Lorenzo Calza, Enrico Camanni, Adriano Cirulli, Giaka, Carlo Grande, Lorenza Ghinelli, Sandro Moiso, Alberto Prunetti,  la redazione della rivista Nunatak, Renato Scagliola e gli altri Cantambanchi, Filippo Sottile e la Piccola Orchestra dei Sentieri, Eleuthéra, Eris Edizioni, Edizioni del Capricorno, Edizioni Porfido, Agenzia X, DeriveApprodi, Red Star Press.

Abbiamo avuto modo di apprezzarne la preparazione e la competenza,  il piacere per la ricerca e la narrazione e la passione per il loro lavoro. Alcuni li conoscevamo, altri li abbiamo scoperti in questa occasione, ci auguriamo di avere trovato in queste persone intelligenti e curiose dei nuovi amici.

Un grazie speciale a Serge Quadruppani,  ideatore della "Montagna" e al movimento NoTav per la partecipazione e l'aiuto che come sempre ci ha fornito.

un pensiero e un abbraccio a Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò e ai loro parenti


martedì 10 giugno 2014

Una montagna di libri contro il tav vol.III giugno 2014 - Lorenza Ghinelli

Postiamo il messaggio che ci ha mandato Lorenza Ghinelli dopo la sua partecipazione alla manifestazione condiviso sui social:


"Considero preziosi i due giorni trascorsi a Bussoleno e in Val Clarea. Non si è parlato soltanto di libri, ma di cosa significhi oggi essere umani. Le persone in Val di Susa resistono, si confrontano, si interrogano se sia possibile o meno modificare i propri immaginari per orientarli verso nuovi modelli sociali. Mi hanno fatto riscoprire il piacere dello stare insieme costruendo significati. Ho visto gente di ogni età parlare senza cellulari perennemente in mano. Il movimento No Tav è straordinario. Invito chiunque lo critichi a trascorrere un po' di tempo in Val di Susa, a parlare con la gente, cercando di capire cos'è davvero la Tav e chi sono i No Tav. Ma soprattutto, cercando di capire quale posizione si vuole davvero prendere in questa parte di Storia che ci riguarda tutti. Anche se si pensa che non sia così".



ancora alcune foto sulle presentazioni e letture di sabato pomeriggio a Bussoleno



fotografie di Valerio Colombaroli

lunedì 9 giugno 2014

Faranheit451 - un contributo (parole e foto) di Claudio Giorno alla Montagna di libri contro il tav 3a edizione


Presidio di Susa, domenica 8 giugno


LETTURE D’ESTATE


Fahrenheit 451 è forse uno dei titoli più conosciuti della letteratura contemporanea.   Come tutti sanno si tratta di un romanzo di “fantascienza” dovuto all’angoscia visionaria  Ray Bradbury. Un titolo la cui notorietà viene quotidianamente rinnovata dalla fortunata-(omonima) - trasmissione di libri e società di radio3. Un titolo che ha goduto – com’è destino di ogni opera letteraria che diviene popolare – della notorietà allargata che offre il cinema: François Truffaut  ne girò le scene nel lontano 1966 contribuendo – forse  - a diffondere il clima che doveva portare allo scoppio della contestazione giovanile del 1968. Quella rivolta che riuscì (diversamente da oggi) a fermare il primo ed evidentemente prematuro tentativo di imposizione dell’ideologia liberista. Una ideologia che nel romanzo (ma nel frattempo anche nella nostra vita) è divenuta religione di stato e che viene narrata nelle pagine del libro attraverso gli occhi di Guy Montag,  pompiere-piromane di una squadra di polizia politica che ha il compito di rintracciare chi compie il "reato di lettura",  ritenuta la più preoccupante delle pratiche rivoluzionarie dal governo totalitario e invisibile ma capace di entrare in ogni casa con le sue telecamere permanentemente accese! Così l’autopompa rossofuoco, con nei serbatoi il kerosene al posto dell’acqua,  piomba sotto gli appartamenti dei sospetti “antagonisti-letterari”; e non appena i sacerdoti del fuoco scovano dei libri celati nei più improbabili nascondigli, li scaraventano nei cortili e li bruciano in roghi purificatori perché “il programma di governo” prevede che i cittadini debbano  utilizzare  esclusivamente  la televisione per informarsi, farsi una opinione (l’unica consentita) e istruirsi. La televisione come mezzo unico, pervasivo, ossessivo per definire le regole - ciò che è giusto e ciò che è sbagliato – il bene e il male, per vivere in una sorta di confortante narcosi collettiva.

tavola rotonda "Le Alpi, la crisi la rivincita del locale"

Ieri si è conclusa a Venaus la terza edizione di “una montagna di libri contro il tav. Si è conclusa col pranzo nell’”accoglientemente caotico dehors” del  presidio popolare ri-costruito dopo la devastazione della notte del 6 dicembre 2005 (l’unica di cui sono palesemente noti i responsabili, le forze dell’ordine), Ma prontamente riedificato grazie alla rivolta popolare  – l’8 dicembre – e l’occupazione dell’area destinata al cantiere del cunicolo geognostico. Il pomeriggio in Val Cenischia ha fatto 

tavola rotonda "Le Alpi, la crisi la rivincita del locale"
seguito alla serata inaugurale di venerdì 6 giugno a Bussoleno, alla Credenza, alle “tavole rotonde” davanti al mulino (e nella cornice medioevale che meriterebbe altra cura) di via Walter Fontan (col suo ormai ricorrente mercatino), e agli appuntamenti sui luoghi di resistenza passata, presente e prossima, di San Didero, Susa e Giaglione-Chiomonte (tra la Val Clarea e la Maddalena). Tre giornate di incontri, dibattiti, banchetti, editoria indipendente, scambi di libri, interventi teatrali, letture, concerti, mangiate, bevute, passeggiate, come recitava la locandina della manifestazione.
Bussoleno,  sabato 7 giugno 
Fahrenheit 451 – detto per i pochi che non lo sanno - è la temperatura cui prende fuoco la carta; la temperatura a cui si mettono al rogo i libri. Ma il clima caldo di una estate esplosa all’improvviso anche in Valle di Susa non ha incendiato né le pagine né gli animi di chi da anni – partendo dalla difesa vitale del territorio e della sua vivibilità residua – si è dovuto misurare con i colpi di coda ancora pericolosi, ma di un modello ormai in avanzato stato di decomposizione (un modello unico spacciato con sempre maggiore affanno per modernità desiderabile e risolutiva come ha ricordato Sandro Plano, appena rieletto sindaco di Susa, nell’incontro organizzato presso il presidio di San Giuliano). Gli scrittori, le donne e gli uomini  che resistono nelle enclave sempre più sparpagliate sul territorio di un paese e di un continente messo in ginocchio più dalla crisi di valori che di quella economica (che è ormai palese essere divenuta cronica perché funzionale a chi l’ha imposta e ne trae i sempre più evidenti benefici), ci hanno ancora una volta aiutato a riflettere aprendo i recinti in cui ci vorrebbe rinchiudere (e non solo metaforicamente) il potere…(Ma in cui qualche occasione di rara ma comprensibile stanchezza - anche noi ci si vorrebbe rintanare).
Presidio di San Didero, domenica 8 giugno
Presidio di Susa, domenica 8 giugno: sindaco, scrittori, movimento No Tav
E i libri,  la montagna di libri che non frana, anzi cresce ad ogni stagione con la cadenza lenta ma inarrestabile del passo di sale all’alpe col suo carico vitale, rappresenta con sempre maggiore evidenza la più difficile da abbattere delle barricate erette in un quarto di secolo di resistenza in Valle di Susa: quelle “di carta”. Perché come ci dice l’autore di uno dei libri che il grande fratello avrebbe voluto mettere in cima alla lista di quelli da mandare inesorabilmente al rogo - Miguel de Cervantes (in El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha -1606) “Cambiare il mondo, amico Sancho, non è follia né utopia, ma solo giustizia”!
Bussoleno, San Didero, Susa, Venaus, 8 giugno 2014 - Claudio Giorno



Presidio di Venaus, domenica 8 giugno
(tutte le fotografie di questo post sono di Claudio Giorno)

domenica 8 giugno 2014

UNA MONTAGNA DI LIBRI CONTRO IL TAV VOL. III 7 E 8 GIUGNO

 ALCUNE FOTO DI SABATO E DOMENICA

la tavola rotonda "Le Alpi, la crisi, la rivincita del locale"
Adriano Cirulli, Enrico Camanni, Marco Aime, Carlo Grande, Stefano Boni
le presentazioni e letture del pomeriggio

Sandro Moiso, Simona Baldanzi, Alberto Prunetti


S. Baldanzi , Lorenza Ghinelli

al presidio di Susa
il "nuovo" sindaco di Susa, Sandro Plano,
con Marco Bailone, Sandro Moiso, Alberto Prunetti e Serge Quadruppani

 in Clarea

nella libera repubblica della Maddalena, in esilio...



la devastazione procede, 
tutto questo per scavare un tunnel esplorativo....














foto al cantiere

















letture, da Victor Hugo a Kafka a Carmilla


ultima tappa al presidio di Venaus, si mangia e si parla con i genitori di Claudio, Mattia, Niccolò e Chiara



sui prossimi post altre foto e i materiali delle tavole rotonde

continua....