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mercoledì 9 luglio 2014

CAMPEGGIO ITINERANTE 17-27 LUGLIO

LA VALSUSA IN MARCIA CONTRO IL TAV
 LA VALSUSA CONTRO TUTTE LE NOCIVITÀ

Campeggio itinerante da Avigliana
a Chiomonte, dal 17 al 27 luglio2014

Nel 2006 il Movimento NO TAV della Valle di Susa  fece una marcia sino a Roma incontrando le realtà in lotta a difesa dei propri territori e i numerosi sostenitori e amici diffusi in tutta Italia.

Oggi il Movimento NO TAV della Valle di Susa chiama tutti i movimenti di lotta,  tutti gli amici e i  propri sostenitori ad una marcia in Valle di Susa.

Tappe della marcia: Avigliana, Vaie, San Didero, Bussoleno, San Giuliano di Susa, Venaus,  Chiomonte.

Camminata a bassa velocità per dire no alle grandi opere, inutili e dannose,  imposte alla popolazione, causa della devastazione delle nostre valli e dello spreco di denaro pubblico.

Camminata  contro il controllo e la militarizzazione del territorio, per rispedire al mittente l'attacco repressivo contro il Movimento NO TAV. 
Per ribadire che vogliamo Chiara, Claudio, Mattia, Nicco, Forgi e Paolo liberi insieme a noi.
Per informare e informarsi, per partecipare e condividere.

Per sostenere la Resistenza NO TAV..... perché insieme si può battere il progetto Tav ..... perché insieme si vince.

Ritrovo il 17 luglio ad Avigliana dalle ore 15 in poi, presso il VisRabbia per posizionamento di tende e/o camper e sistemazione dei partecipanti.

Ore 18 Festa di apertura del campeggio itinerante “La Valsusa in marcia contro il Tav” in Piazza del Popolo. Banchetti informativi, mostre fotografiche, cibo condiviso, interventi.
Concerti con Alessio Lega e Ice Eyes Band.





Non delegare.... Partecipa!
MOVIMENTO NO TAV















domenica 11 maggio 2014

Torino città aperta di Marco Revelli

foto da @notav_info

di Marco Revelli – Il Manifesto – Torino città chiusa. Blin­data. Ser­rata in un dispo­si­tivo mili­tare sof­fo­cante, che aveva sigil­lato die­tro un muro di armati ogni strada late­rale, ogni svin­colo, ogni piazza. Il movi­mento No Tav l’ha aperta «come una sca­tola di tonno», con la pro­pria forza tran­quilla. Un cor­teo immenso, sor­ri­dente, ami­che­vole è pene­trato al suo interno scio­glien­dola e con­qui­stan­dola alle pro­prie ragioni. Tra­sci­nando con sé gli spet­ta­tori. Mostrando un volto che la Valle già cono­sceva – le fami­glie con i bam­bini in testa, la banda che suona le musi­che delle sagre mesco­late a quelle par­ti­giane, gli anziani con i nipoti, i gruppi di paese e di fra­zione -, ma che la città in parte igno­rava, acce­cata da un’informazione tos­sica, che ogni volta mani­pola e nasconde.
Il monu­men­tale tri­bu­nale vuoto, asso­lu­ta­mente vuoto, cir­con­dato dai blin­dati e dalle grate di ferro anco­rate col cemento al suolo come la zona rossa di Genova nel 2001 — quasi lì den­tro ci fosse l’oggetto del desi­de­rio della folla che gli sfi­lava accanto -, è il sim­bolo dell’ottusità del potere. Della sua inca­pa­cità di capire e pen­sare, come accade, appunto, a ogni potere, quando perde la ragione del pro­prio agire, e resta appeso al pro­prio appa­rato della forza senza giu­sti­zia (che si rivela, appunto, violenza).
Guar­dando quella folla mul­ti­co­lore, che sfi­lava serena, a volto sco­perto, davanti ai cor­doni cupi, cata­fratti, chiusi die­tro i pro­pri scudi, che sigil­la­vano il per­corso con un muro nero blu e verde scuro (c’erano tutti i corpi dello Stato, cara­bi­nieri, poli­zia, guar­dia di finanza) era dif­fi­cile imma­gi­nare come sui primi fosse pos­si­bile disten­dere l’ombra fosca del ter­ro­ri­smo e sui secondi appic­ci­care l’etichetta della lega­lità. Ai primi la vio­lenza, agli altri la giu­sti­zia. Piut­to­sto, ver­rebbe da dire, il contrario.
Il Movi­mento No Tav ieri, come altre volte, ha vinto. Con una sem­plice mar­cia ha strap­pato di mano ai pro­pri nemici ogni ele­mento di cre­di­bi­lità per soste­nere l’assurda teo­ria – ma sarebbe meglio chia­marlo teo­rema – che tenta di ricon­fi­gu­rare le azioni di pro­te­sta di quella popo­la­zione sotto il segno cruento dell’accusa di ter­ro­ri­smo. E nello stesso tempo ha mostrato l’isolamento, l’irragionevolezza, la povertà di argo­menti di chi, per soste­nere una causa razio­nal­mente inso­ste­ni­bile, è costretto a ridurla a que­stione di ordine pub­blico, in cui, come è noto, chi ha il man­ga­nello dalla parte del manico decide.
Da oggi, almeno qui, sull’asse che va da Piazza Castello alla Sagra di San Michele, quell’operazione si è infranta con­tro un mate­riale resi­stente e intel­li­gente che sarà dav­vero dif­fi­cile ignorare.

lunedì 28 aprile 2014

Torino 10 maggio 2014


Lunedì 5 maggio h. 21.00 Susa Teatro Rosaz
Assemblea popolare di presentazione 

Di seguito pubblichiamo la convocazione di Erri De Luca
dal sito di  spintadalbass :


Erri De Luca: convocazione per il 10 Maggio

In questi ultimi anni più di mille cittadini italiani sono stati incriminati per il sostegno alla lotta della Val Di Susa contro le perforazioni della  TAV, seminatrice di amianto.
Una repressione su scala di massa è in corso a opera di un reparto della Procura di Torino che si occupa esclusivamente di reprimere la resistenza della Val Di Susa.
Culmine di questo accanimento è l’ accusa di terrorismo ai danni di quattro persone che avrebbero danneggiato un macchinario.
Proprio così e senza alcuna misura tra parola e cosa: quattro cittadini italiani sono imprigionati con incriminazioni alla Bin Laden per un danneggiamento.
Sarebbe accusa degna della più fragorosa pernacchia se non ci fossero quattro vite insaccate dentro le prigioni con questa imputazione.
A questo si aggiunge un regime di detenzione particolarmente punitivo nei confronti di cittadini innocenti fino a prova contraria.
Il 10 maggio, quattro giorni prima dell’apertura del loro processo si va in pazza per loro.
Contro l’oscena accusa di terrorismo
per la libertà loro
per l’ aria, l’acqua, il suolo e la salute pubblica della Val Di Susa
Erri De Luca