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lunedì 13 giugno 2016

Arrivederci all'anno prossimo!

Ringraziamo, in ordine sparso, tutti i partecipanti:

Paolo Cognetti, Paolo Ferrari, i Lou Dalfin: Sergio Berardo, Dino Tron, Chiara Cesano, i ragazzi del collettivo "Mauvaise Troupe" della ZAD di Notre-Dame-des-Landes, Roberto Schellino, Enrico Camanni, la redazione della rivista "Nunatak", Daniele Pepino di Tabor Edizioni, Valerio Evangelisti - Sandro Moiso - Alessandra Cecchi (Alexik) - Franco Pezzini della redazione di Carmilla, Tullio Bugari, Riccardo Humbert, Riccardo Borgogno, Roberto Gastaldo, Corrado Dottori, Corrado Bianchetti, gli operai delle fabbriche autogestite Fralib di Marsiglia, della Rimaflow di Trezzano sul Naviglio e della Zanon di Neuquén in Argentina.

Ringraziamo tutti i piccoli editori che con coraggio e perseveranza continuano a pubblicare opere "fuori dal coro" che ci permettono di conoscere nuovi autori, esperienze, idee e personaggi indispensabili per continuare a pensare e ad andare - sempre - in direzione ostinata e contraria.

Un grazie particolare a Renato Sibille e Roberto Micali di ArTeMuDa e a Paola Francesca Iozzi per gli intensi e divertenti momenti di teatro che ci hanno regalato.

Ringraziamo inoltre il Critical Wine, il Comune di Bussoleno per il patrocinio all'iniziativa, l'osteria La Credenza, 19.Coop per il supporto tecnico, e tutte le amiche e amici del movimento NoTav che, come sempre, ci hanno dato il loro aiuto concreto.

Infine un affettuoso saluto a Serge Quadruppani, che è stato l'ideatore dell'iniziativa e che speriamo di riavere con noi l'anno prossimo.

Le iniziative per l'estate nella "Valle che resiste" sono appena all'inizio. Fra tutte, ricordiamo che dal 22 al 24 luglio Venaus ospiterà il primo festival dell'ALTA Felicità e saranno giorni pieni di musica e mille altre cose.

Come Montagna di libri ci rivedremo per l'edizione 2017.
UNA BUONA E CALDA ESTATE A TUTTI!

sabato 11 giugno 2016

Sabato pomeriggio incontro-dibattito "Narrare gli incendi, bruciare i recinti" e presentazione Corrado Dottori



Borgogno, Gastaldo, Bugari e i redattori di Carmilla

 altri momenti del pomeriggio



Paola Meinardi presenta il libro di Corrado Dottori "Non è il vino dell'enologo": dalla Bocconi e dal lavoro in banca a Milano a Cupramontana per fare il vignaiolo.


  
Corrado Bianchetti è tornato a trovarci con il suo graphic novel "Non ti scordar di me"

Sabato mattina incontro-dibattito "Narrare i conflitti, travolgere i confini"


alcuni momenti dal dibattito del mattino con Camanni, Schellino, i redattori di Nunatak e i ragazzi di Notre-Dame-des-Landes



mercoledì 8 giugno 2016

Sabato 11 giugno Bussoleno Mulino Varesio programma della giornata

ore 9.30   INCONTRO-DIBATTITO SAGGISTICA: 

NARRARE I CONFLITTI, TRAVOLGERE I CONFINI

La lotta NoTav, dal cui grembo nasce “Una montagna di libri”, non è che un momento del millenario conflitto, che vede contrapposti gli abitanti delle “terre alte”, e non solo, ai vari poteri avvicendatisi nei secoli per controllare e sfruttare popoli e territori. La narrazione di tale conflittualità (in tutte le sue forme, dalla parola scritta a quella recitata, dalla musica, al disegno, al teatro…) non è un mero strumento per registrare l’accaduto, ma è essa stessa parte viva e pulsante di quella storia, momento di rielaborazione, coscienza e autocoscienza. La forza dell’immaginario, la sua capacità di rompere recinti e frontiere (tra gli Stati, tra le lingue, tra i generi, tra le epoche…), la sua facoltà di descrivere e al tempo stesso di incidere sul reale, passato presente e futuro…, è questo il tema degli incontri in programma (mattina “saggistica”, pomeriggio “narrativa”), in cui i vari autori, partendo dalle loro più recenti pubblicazioni, si confronteranno in un dibattito aperto, a cui siete tutti invitati a partecipare.

Intervengono:

Collettivo «Mauvaise Troupe» - Contrées. Histoires croisées de la ZAD de Notre-Dame-des-Landes et de la lutte No-TAV dans le Val Susa (Editions de l’éclat 2016)

Roberto Schellino - Mille contadini. Una storia corale delle campagne. Dalle lotte di ieri alle prospettive di oggi (Ellin Selae 2015)

Enrico Camanni - Alpi ribelli (Laterza 2016)

“Nunatak”. Rivista di storie, culture, lotte della montagna

coordina Daniele Pepino (edizioni Tabor - Gérard de Sède, Sette secoli di rivolte occitane, 2016)



ore 15.00   INCONTRO-DIBATTITO NARRATIVA: 

NARRARE GLI INCENDI, BRUCIARE I RECINTI

Valerio Evangelisti - collegamento audio/video

«Carmilla» - Letteratura, immaginario e cultura di opposizione

Marco Rovelli - La guerriera dagli occhi verdi. Vita e morte di Avesta Harun, la curda che sfidò il califfato (Giunti 2016)

Roberto Gastaldo - Rossa come una ciliegia. Parigi si ripopola, Parigi si ribella (Habanero 2016)

Riccardo Humbert - La foto ingiallita. Storia di un partigiano valsusino (Graffio 2016)

Tullio Bugari - L’erba dagli zoccoli. L’altra resistenza: racconti di una lotta contadina (Vydia 2016)

coordina Riccardo Borgogno (scrittore e redattore di Radio Blackout, trasmissione letteraria “La Perla di Labuan”, Il complotto delle statue di cera, Eris Edizioni 2015)




ore 18.00   APERITIVO E PRESENTAZIONE  
in collaborazione con CRITICAL WINE

premiazione del concorso fotografico 2016
"C'E' LAVORO E LAVORO"

presentazione di
Corrado Dottori - Non è il vino dell'enologo. Lessico di un vignaiolo che dissente (DeriveApprodi 2012)


ore 21.30   CONCERTO DEI "LOS FRALIBOS"
da Marsiglia gruppo musicale degli operai della fabbrica autogestita Fralib (ex Lipton) 
a seguire ancora musica con DJ COMPOST
folk beat agricolo e musica da ballo dalla Valpellice

venerdì 29 maggio 2015

SABATO 6 GIUGNO ORE 17.30 BUSSOLENO PIAZZA DEL MULINO

PAOLA STACCIOLA E SILVIA BARALDINI
PRESENTAZIONE  DEL LIBRO 
"SEBBEN CHE SIAMO DONNE STORIE DI RIVOLUZIONARIE"
ED. DERIVEAPPRODI

Sebben che siamo donne Paola Staccioli
La scheda e un assaggio del libro al link: 
http://www.deriveapprodi.org/2015/01/sebben-che-siamo-donne-2/

sabato 23 maggio 2015

Libreria La città del sole - Bussoleno - sabato 23 maggio ore 18.30

Oggi pomeriggio Stefano Boni ritorna in Valle dopo la sua partecipazione all'edizione della Montagna di libri contro il tav 2014, per presentare il suo ultimo lavoro "Homo Comfort" sempre per le edizioni Elèuthera.
Di seguito a scheda del testo dal sito della casa editrice.


«Siamo sempre più dipendenti da protesi e trattamenti che ci tengono in vita, ma che riducono la nostre capacità di goderla».
Serge Latouche

La vita comoda piace a tutti, ma è proprio questa accettazione generale e acritica che va interrogata per comprendere i cambiamenti epocali indotti dall'imperante ipertecnologia. Prepotentemente entrata nella nostra routine quotidiana, la comodità è diventata non solo uno stile di vita ma anche un modo di conoscere che ha plasmato la cultura materiale e gli stessi modelli valutativi. Si configura dunque come un fatto sociale totale che ci consente di indagare la cesura antropologica che ha dato vita a una forma inedita di umanità: l'Homo comfort. Un'umanità che va liberandosi dalla fatica e dal dolore, ma che al contempo perde facoltà sensoriali e abilità conoscitive costruite nel corso dei secoli, diventando sempre più dipendente da una tecnologia che usa ma non conosce. Si delinea così un nuovo modo di stare-nel-mondo che risulta sì comodo, ma anche funzionale al mantenimento dell'ordine stabilito.


http://www.eleuthera.it/scheda_libro.php?idlib=360

Stefano Boni (Roma, 1970) si è dottorato a Oxford in antropologia e ha svolto ricerche sul campo dapprima in Ghana, poi in Venezuela e Italia. Attualmente insegna Antropologia culturale e Antropologia politica presso le Università di Modena e Reggio Emilia. Ha pubblicato saggi in antologie e riviste specialistiche ed è autore, tra l'altro, di Le strutture della disuguaglianza(Angeli, 2003).



venerdì 13 marzo 2015

14 marzo 2014: due appuntamenti a Bussoleno

 ore 16.30 al Teatro Don Bunino



ore 18.00 Libreria La Città del Sole, presentazione del libro di Franco Puglisi con l'autore




Franco Puglisi getta di nuovo il suo sguardo tragicomico tra le mura domestiche e urbane regalandoci un libro di racconti che, a fronte di trame insolite, si caratterizza per la sua profondità analitica e per la capacità di far interagire e collidere punti di vista anche molto lontani tra loro. Scritto con un linguaggio fluido e ricco di dialoghi, "L'occhio della talpa", è un ritratto coerente ed inquietante della società contemporanea che, grazie a una spiccata ironia, riesce spesso anche a strappare un sorriso al lettore. 


venerdì 6 giugno 2014

UNA MONTAGNA DI LIBRI CONTRO IL TAV VOL. III VENERDI' 6 GIUGNO

Serata di apertura bella e partecipata a Bussoleno per la terza edizione della Montagna di libri contro il tav.


"Grappa alla vipera" : letture e recitazioni


ArTeMuDa

Renato Sibille e Renato Scagliola  




      I Cantambanchi in concerto                                                                      
  


Marco Bailone racconta il suo fumetto "FondoBosco"



Buonanotte, a domani...





giovedì 5 giugno 2014

UNA MONTAGNA DI LIBRI CONTRO IL TAV III EDIZIONE - BUSSOLENO VENERDI' 6 GIUGNO ORE 19

piazzetta del Mulino - Via Walter Fontan


Vi aspettiamo domani
all'apericena di apertura 
con la presentazione dell'ultima
pubblicazione di Tabor Edizioni

“FOnDObOSCO”, 
fumetto di Marco Bailone




www.bailone.it


I CANTAMBANCHI, oltre alla loro musica, ci porteranno il libro di Renato Scagliola
"La grappa alla vipera"

Una volta si andava a funghi, o per prati. Adesso si va su facebook o su youtube. Renato Scagliola di sicuro preferisce i funghi (bulé, o anche solo famiole, sui tajarin) e ancora di più i prati. Però se andate su youtube lo trovate. Naturalmente a sua insaputa, come adesso si usa dire. Cioè lui non ci è andato, su youtube, ma qualcuno ce l'avrà messo, visto che c'è.
Lo trovate insieme con i Cantambanchi, un gruppo folk innovativo e alternativo che ha fatto un gran bel lavoro a Torino e in Piemonte per tanti anni, dal 1969 in poi, e qualche volta lo fa ancora. Andate a sentirvi Là sota i portic d'Cuni, Los Indios de la Langa, Batista o La ballata energetica, pezzi ripresi da qualche programma della Rai di una volta. (non ho trovato, ma ci sarà, su youtube, se no bisogna mettercela, Automobilesimo). Sarete sorpresi ora dalle sonorità inedite applicate a un pezzo tradizionale, ora dalla modernità di musiche e testi originali che sono forse più attuali oggi di quarant'anni fa. Bene, quei testi li scriveva Renato Scagliola, che poi li cantava anche, con gente come Giancarlo Perempruner (che purtroppo non c'è più), Franco Contardo, Laura Ennas e altri che per fortuna ci sono ancora. Di Renato Scagliola è appena uscito il libro La grappa alla vipera, edito da Giancarlo Zedde, Torino, 224 pagine, 17 euro. Un seguito (non un sequel, per favore) di Osteria d'Oriente, ma con più anni addosso, e quindi più consapevole, forse anche un po' più dolce e un po' più amaro, secondo i momenti.

dalla recensione di Piero Bianucci

lunedì 26 maggio 2014

Una montagna di libri contro il tav vol. III apericena di finanziamento

... e visto che gli aperitivi ci piacciono....
Giovedì 29 maggio h. 18.30 Osteria La Credenza
via Walter Fontan 16 Bussoleno
aperitivo e presentazione del fumetto di 
Alessandro Caligaris per Eris Edizioni 

Hoarders: accumulo patologico o accaparramento compulsivo di una notevole quantità di beni anche se inutili o pericolosi.
E' un disturbo mentale ma quando è una società a soffrirne si crea un dentro, perfetto e asettico, dove i palazzi e i loro abitanti sono sinonimo di privilegio e potere, e un fuori, discarica infinita destinata al riciclo continuo di immondizia umana e non, che serve a mantenere il dentro pulito e ordinato. Due mondi legati da un flusso continuo di scarti più o meno tossici governato da un unico potente padrone. Tre uomini partono alla sua ricerca. Il loro desiderio di vendetta si confonde con la sete di un piccolo potere personale in grado di farli sentire grandi in una schiera di spazzatura umanoide. La tipica storia narrata da chi si trova sul fronte sbagliato della Storia in cui ogni riferimento a "fatti" o "persone reali" è puramente volontario.

Alessandro Caligaris (Torino 1981) vive e lavora a Torino. Laureato in pittura all'Accademia Albertina si occupa appunto di pittura, illustrazione, street art e chi più ne ha più ne metta! Crede fermamente nel detto "Impara l'arte e mettila da parte" e, se ve lo stavate domandando, ha avuto un'infanzia felice nonostante le dosi massicce di tivù berlusconiana.


lunedì 14 aprile 2014

GIOVEDI' 17 APRILE ALLE 18.30 LIBRERIA LA CITTA' DEL SOLE BUSSOLENO


LUCA RASTELLO
e il suo ultimo libro
 
"I BUONI" (ed. CHIARELETTERE)
con lui dialogherà Maurizio Pagliassotti
e paola Meinardi leggerà dei brani tratti dal libro
 
Luca Rastello, giornalista e autore di diversi libri tra cui 
"PIOVE ALL'INSU'" e "BINARIO MORTO Lisbona-Kiev", 
scritto con Andrea De Benedetti.
 


I Buoni lottano per salvare il mondo. Le loro crociate si chiamano "progetti", il loro dio è la legalità. A guidarli c'è don Silvano. Lui è l'uomo santo con il maglione consumato e lo sguardo sofferente che predica sulla strada e nel palazzo, vicino agli ultimi e ai politici, alle rockstar, ai galeotti e ai magistrati. È nel suo tempio che approda Aza, ragazzina dei cunicoli, esile e fortissima, scampata a un passato di fogna e violenza con la forza dell'ambizione: a lei Silvano onnipotente ha concesso una lingua nuova, una casa, una carriera, persino un amore. Le ha dato la vita. Pazienza allora se il tempio è cartongesso, se la lotta è solo nei toni con cui si pronunciano parole di conciliazione: Aza dovrà tenere stretta la corda che la lega a don Silvano fino a scorticarsi le mani. Anche quando, attorno, ogni cosa comincia a precipitare......

mercoledì 2 aprile 2014

Centro Falastin - Torino - 8 aprile h. 21.00


Riceviamo e pubblichiamo:

"... Martedì prossimo 8 aprile viene un compagno scrittore e giornalista palestinese che è un sopravvissuto al massacro di sabra e chatila, si chiama nidal hamad ed era un giovane fedayn del campo. fu ferito e si diede per morto e così si salvò. poi fu portato insieme ad altri a curarsi in italia ma ha perso una gamba.  vive da molti anni in norvegia. un suo libro, l'alba degli uccelli liberi. è stato tradotto in italiano e viene a presentarlo. sotto la locandina."




giovedì 27 febbraio 2014

Presidio di Venaus - questa sera h. 18.30 e 21.00

Presentazione del libro 
"Perchè amo questo popolo - Storie di resistenza palestinese da Gaza

Ne parleremo con l'autrice del libro Silvia, di ritorno dalla Striscia di Gaza,
con la presenza di Fabio, attivista detenuto in un CIE israeliano che ha da poco
subito il rimpatrio forzato dalla Cisgiordania.


"Volevo anche che di questa gente uscisse l'umanità, oltre che il lato politico:

volevo che chi leggeva potesse sentire persone vicine. (...) Perchè

sono convinta che, da tutti questi chilometri di distanza, il popolo palestinese
ha ancora molto da insegnarci..."




venerdì 14 febbraio 2014

Presidio No Tav di Venaus - giovedì 27 febbraio pizza&birra benefit arrestatx No Tav

Presentazione del libro 
"Perchè amo questo popolo - Storie di resistenza palestinese da Gaza
http://www.bepress.it/varie/folder%20palestine.pdf

Ne parleremo con l'autrice del libro Silvia, di ritorno dalla Striscia di Gaza,
con la presenza di Fabio, attivista detenuto in un CIE israeliano che ha da poco
subito il rimpatrio forzato dalla Cisgiordania.

"Volevo anche che di questa gente uscisse l'umanità, oltre che il lato politico:
volevo che chi leggeva potesse sentire persone vicine. (...) Perchè
sono convinta che, da tutti questi chilometri di distanza, il popolo palestinese
ha ancora molto da insegnarci..."

- dalle h 18,30 pizza&birra benefit arrestatx No TAV

- dalle h 21,00 presentazione del libro "Perchè amo questo popolo"

Presidio No TAV di Venaus
giovedì 27 febbraio 2014

lunedì 27 gennaio 2014

RITORNA LA MONTAGNA DI LIBRI 2014!


A circa 5 mesi dalla prossima terza edizione della Montagna di Libri contro il Tav riapriamo con questo articolo di Gabriella Tittonel sul terzo volume delle Ed.Tabor
E se accadesse davvero? L’incredibile manoscritto ritrovato in Valsusa
“… Se tu il vorrai, potrai per quel sentiero / giungere al loco che darà recetto / al peggior spregio de lo mondo intero. / Si va parando il sito maledetto / in cui si puniranno un dì coloro / che perderan passione ed intelletto. / Tu del saper che lo disir dell’oro / presto conquisterà l’umani affanni / tanto da ruinar senno e decoro: /  una bieca masnada di tiranni / non curerà se per la sua mercede / a la terra imporrà nefasti danni…..”
Così recita il canto trentesimo terzo bis, contenuto in un incredibile manoscritto nel quale il sommo poeta Dante afferma di scorgere, attraverso una fessura, diavoli  all’opera per allestire una nuova zona  dell’inferno, il cerchio nono, dove saranno sistemati i traditori della natura e della specie.
Un manoscritto che si vorrebbe ritrovato in Valle di Susa, alla Sacra di san Michele, e scritto nel corso di un viaggio che Dante avrebbe fatto nel nostro territorio. Un manoscritto poi ritrovato ai nostri giorni e particolarmente illuminante su una situazione che in Valle si sta vivendo, quella della vicenda legata all’alta velocità ferroviaria.



Questa la storia narrata nel libro edito dalle Edizioni Tabor “Dante Alighieri – Inferno – Canto XXXIII bis – L’INCREDIBILE MANOSCRITTO RITROVATO IN VALSUSA”, un libro che sta suscitando vivo interesse e che ha visto una sua particolarissima presentazione da parte dell’Associazione ArTeMuDa, di Renato Sibille e Roberto Micali, nei panni di Pancrazio e di Orso,


attori che hanno narrato con toni estremamente piacevoli e coinvolgenti di questa fantasiosa vicenda, nata dalla mente vivida ed eclettica dell’avvocato Filippo Mollea.






Nel libro situazioni e personaggi si svelano tra i versi, consegnando ai lettori momenti di sana allegria ma anche di attenta revisione di quanto sta accadendo per ora nella valletta della Clarea, fra Chiomonte e Giaglione, ma che potrebbe tra breve coinvolgere zone ad alta densità di popolazione e con gravi problematiche ambientali da risolvere.
Su questa volontà di costruire la grande ed inutile opera ferroviaria il novello Dante prevede futuri castighi nel nono girone dell’inferno: “….Si puniran quei che per l’irte calli – / mi disse il Duca, – di tra i lecci e i pini / violenza impiegheranno in quelle valli; / difenderai gli illeciti confini / posti per fare luogo ai distruttori / cacciando di lor terra i valsusini; / per simular l’inizio dei lavori / vigne e terreni occuperanno armati / fingendo scavi di finti trafori…”
Queste alcune delle punizioni che rimandano all’antico affresco che a Giaglione, alla borgata di Santo Stefano narra delle virtù e dei vizi, quasi un presagio di come l’umana specie continui a sentire il fascino del male, un tempo circoscritto alla vita quotidiana dell’uomo ed ora  diventato consapevolezza che altrettanti gravi peccati siano quelli che si perpetrano ai danni dell’ambiente.
Giustamente soddisfatto è il Direttore della Casa Editrice Tabor, il giovane Daniele Pepino, promotore a Ramat della Libera Biblioteca delle Alpi Tabor – Valle di Susa. Una biblioteca che rappresenta un prezioso spazio di conoscenza, approfondimento per gli abitanti della zona e non solo e che vede in bella vista anche i primi tre libri della novella casa editrice: con il libro del manoscritto di Dante, vi sono infatti “Fra Dolcino e Margherita – Tra messianesimo egualitario e resistenza Montanara” di Tavo Burat e “Escartoun” – La Federazione delle libertà –Itinerari di autonomia, eresia e resistenza nelle Alpi Occidentali – di Walter Ferrari e Daniele Pepino.
Il primo libro guarda ad una civiltà alpina non rassegnata a estinguersi, decisa a resistere all’omologazione di un falso progresso  che altro non è che la prosecuzione del colonialismo di cui è vittima la montagna da parte dei poteri economici metropolitani, mentre il secondo guarda ala vicenda degli escartoun, popolazioni che con il trattato di Utrecht del 1713 vedono la loro identità divisa e smembrata.

Gabriella Tittonel 08.01.14

mercoledì 9 ottobre 2013

NEMICO PUBBLICO A VILLARDORA domenica 13 ottobre ore 15.00


Salone polivalente di via Pellissere 15


Domenica 13 ottobre, a Villardora al polivalente di Via Pellissere ore 15, presentazione della seconda edizione di Nemico Pubblico, il libro che sta facendo arrabbiare giornalisti e magistrati.
Sarà presente Wu-Ming che ha contribuito alla stesura del testo.
Il libro sta andando oltre ogni aspettativa e da metà agosto ad oggi abbiamo spedito circa 1000 copie in giro per l'Italia e continuiamo ad avere richieste, tanto che domenica sarà presentata la seconda edizione con una copertina rivista, una vignetta del fumettista Zerocalcare, una fiaba e gli aggiornamenti su Marco, il protagonista del libro.

domenica 15 settembre 2013

ESCARTOUN - Ed. Tabor

Presentato al Campeggio Notav di Venaus lo scorso 3 agosto, in attesa di nuove presentazioni

  
ESCARTOUN” - La Federazione delle libertà - 
Itinerari di autonomia, eresia e resistenza nelle Alpi occidentali,
di Walter Ferrari e Daniele Pepino, edizioni Tabor, Valsusa, agosto 2013, 128 pagine, 6.00 euro.


Nel 1713 il Trattato di Utrecht pone fine alla vicenda storica della Confederazione degli Escartons. Formalmente nata nel 1343 con la Grande Charte des Libertès Briançonnaises, essa è in realtà il culmine di un’organizzazione secolare di comunità federate tra loro, eredi di una millenaria resistenza che oppone i montanari delle Alpi ai poteri che si sono susseguiti nei tentativi di “pacificare” e “normalizzare” un territorio ribelle, sempre in lotta a difesa della propria autonomia.

Un cammino incompiuto, come dimostra la resistenza che in Valsusa continua; una resistenza che oggi, confrontandosi con i propri precedenti passi, non può che acquistare ulteriore consapevolezza e forza per le battaglie presenti e per quelle a venire.






Sommario:

I.  In Val di Susa, sulle tracce di un’insubordinazione millenaria
1.        «Questo singhiozzo ardente che passa di secolo in secolo…»
2.        Celebrare una barriera?
3.        Un’atavica consuetudine alla libertà
4.        “Anarchia feudale”?
5.        Le correnti pauperistiche e il conflitto tra autonomia e servitù
6.        La Federazione degli Escartoun
II.  «Lous Escartoun». Autogoverno, eterodossia, indipendenza montanara
1.        Premessa: tre secoli di occupazione
2.        Prologo nei Pirenei
3.        Dai monti dell’Atlante all’Occitania
4.        Catari, Valdesi… ma soprattutto diversi: realtà montanara e identità religiosa
5.        I princìpi della Grande Charte
6.        Quando finisce la libertà
7.        Quando finisce lo Stato: origini dell’indipendentismo e prospettive per il XXI secolo
III.  La République des Escartons in Alta Val Chisone. Culmine di una millenaria civiltà alpina
1.        La prima confederazione
2.        Le comunità
3.        Gli Escartons
4.        Guerre di religione e coscienza di popolo
5.        Le infiltrazioni cattoliche e la fine degli Escartons



Dall’introduzione:


«...È un grido ripetuto da mille sentinelle,
un ordine ritrasmesso da mille portavoci,
un faro acceso su mille fortezze,
un suono di cacciatori perduti in grandi boschi!
Perché, veramente, o Signore,
è la migliore testimonianza che noi si possa dare della nostra dignità
questo singhiozzo ardente che passa di secolo in secolo,
per morire ai piedi della tua eternità».
(Charles Baudelaire, "I Fari")


«Questo singhiozzo ardente che passa di secolo in secolo…»

È uno “sguardo di ricognizione” quello che abbiamo rivolto, nelle pagine che seguono, alla storia delle nostre valli. Ma non uno sguardo asettico e imparziale, come si spaccia spesso di essere quello della presunta neutralità scientifica. 

È uno sguardo che muove da una prospettiva limpida ed esplicita, che ha le sue chiavi interpretative – come dichiarato fin dal titolo – nei concetti di autonomia, eresiaresistenza

Se su tali aspetti si è dunque concentrato il nostro sguardo, ciò non equivale affatto – riteniamo – a una ricostruzione “distorta” o “arbitraria” della storia. 

Perché le libertà dei montanari (l’autonomia materiale) e la loro assunzione e difesa sia sul piano simbolico-culturale (l’eresia, il dissenso), che su quello pratico (la resistenza, la rivolta), costituiscono l’ossatura della storia delle terre alte e delle loro genti indomite, qualcosa che nemmeno secoli di storia scritta dai vincitori hanno potuto cancellare. 

Non entreremo, volutamente, nel merito del dibattito storiografico su quanto di “mitico” ci sia nelle ricostruzioni che son state fatte dell’esperienza degli Escartoun. Che una qualche “mitizzazione” ci sia stata è evidente fin dal nome con cui spesso viene ricordata la loro organizzazione comunitaria: “Repubblica”. Tale definizione è naturalmente una sovrapposizione terminologica successiva: gli Escartoun non si definirono mai così, né mai l’avrebbero potuto fare. Noi, però, non siamo archeologi e neppure storici specialisti in grado di rivelare chissà quali scoperte o novità storiografiche. Non è neppure nostro interesse farlo.

Quello che ci interessa, come obiettivo di questa pubblicazione, è contribuire a sollecitare una riflessione sulle questioni che la vicenda storica degli Escartoun chiama in causa: la questione dell’autonomia montanara, in particolare, e dell’autogoverno comunitario delle bioregioni, più in generale.

Tale prospettiva esula, crediamo, dai dettagli di ciò che l’esperienza “escartonese” riuscì effettivamente a realizzare, così come dal fatto che essa possa definirsi un percorso “autogestionario”, come affermano alcuni storici, o semplicemente un accordo sul pagamento delle imposte concesso dal sovrano, come al contrario sostengono altri.
Non che sia privo di interesse, chiaramente, questo dibattito, soprattutto per noi che in queste terre continuiamo a vivere e a cercare di strappare spazi di libertà e autonomia. Ma se anche, paradossalmente, la Federazione degli Escartoun fosse nient’altro che un mito (cosa che comunque non crediamo), non rappresenterebbe comunque, in quanto tale, qualcosa da approfondire e su cui riflettere? Perché mai sarebbe nato il mito di una “repubblica alpina” in grado di autogovernarsi, di vivere in armonia con il proprio territorio e le sue risorse, di allontanare ingiustizie e ineguaglianze? Di quali aspirazioni, di quali “forze sociali”, sarebbe espressione tale utopia
Senza voler fare analogie improponibili, un parallelo però balza alla mente con vicende a noi coeve: la “Repubblica della Maddalena”, o quella “di Venaus”, nell’ambito della lotta contro il Tav in Valsusa. Quale legittimità storiografica o etimologica hanno tali definizioni? Nessuna, evidentemente. Ma non sta proprio, forse, in tale paradossalità, nella loro natura di “mito collettivo”, il loro senso e il loro interesse? E non sono forse, in un certo senso, tanto più interessanti quanto più lontane dalla realtà (proprio in quanto segnali dell’aspirazione a trasformarla)?

Una riflessione, dunque, quella che qui proponiamo, che non si esaurisce affatto su un piano meramente “culturale”, ma che avanza una proposta decisamente “pratica”. Togliere terreno allo Stato e ai potentati economici che stanno – ormai innegabilmente – portando alla rovina i territori, le comunità, le nostre vite. Questa è la consegna. Perché quando il capitalismo arriva ad attaccare e compromettere le stesse basi della sopravvivenza, da queste bisogna ripartire, e queste si trovano sui territori in cui viviamo e che dobbiamo riconquistare. Non per creare impossibili isole felici in un mondo marcio, ma per costituire roccaforti di resistenza e di alternativa, per liberare le retrovie indispensabili all’attacco. Territori che sfuggano al soffocante controllo degli Stati, coni d’ombra nelle loro carte, in cui praticare autonomia e sperimentare libertà.
È in tale prospettiva che la vicenda degli Escartoun può essere, crediamo, un buono stimolo di ricerca; non tanto per arrivare a capire come è andata, quanto per riconoscersi, oggi, in cammino su un sentiero incompiuto, lo stesso che gli abitanti delle terre “brianzonesi” hanno senz’altro battuto prima di noi. Quello della loro resistenza millenaria; quell’ostinato sentiero che travalica le frontiere, che federa le libertà. Questo singhiozzo ardente che passa di secolo in secolo…
Confrontarci con le sue tracce, o con quel che ne rimane, può quindi aiutarci ad affrontare il nostro viaggio, oggi, con maggiore consapevolezza e forza.