SOLIDARIETA' CONCRETA

SOLIDARIETA' CONCRETA

Conto BancoPosta Numero: 1004906838 Intestato a: DAVY PIETRO - CEBRARI MARIA CHIARA

IBAN: IT22L0760101000001004906838 BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX

PAYPAL: www.laboratoriocivico.org


lunedì 27 maggio 2013

Tomaso Montanari - Grande Cortile


“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”
Costituzione della Repubblica Italiana - Art. 9

Serata magnifica venerdì 27 maggio a S. Ambrogio con Tomaso Montanari e Paola Martignetti per il Grande Cortile.

Paola Martignetti, archeologa, ha esposto in modo puntuale e quindi - ahinoi - piuttosto agghiacciante, la situazione dell’area archeologica della Maddalena, dalla quale emerge lo stato di devastazione della necropoli e dell’area circostante il Museo.

Tomaso Montanari è stato poi un fiume in piena!
Docente di Storia dell'Arte Moderna all'Università ‘Federico II’ di Napoli ha un blog su Il Fatto Quotidiano.

Proprio dal blog del Fatto riportiamo la sua presentazione, che dà un’idea piuttosto chiara del personaggio:
“Sono convinto che gli storici dell’arte servano a fare entrare le opere d'arte nella vita intellettuale ed emotiva di chi si occupa di tutt'altro.
Penso anche che l’amore per la storia dell’arte non debba essere un fatto privato (o peggio un’evasione, o un modo per non pensare), ma pubblico e ‘politico’. L’articolo 9 della Costituzione ha, infatti, mutato irreversibilmente il ruolo del patrimonio storico e artistico italiano, facendone un segno visibile della sovranità dei cittadini, dell’unità nazionale, e dell’eguaglianza costituzionale, perché ciascuno di noi (povero o ricco, uomo o donna, cattolico o musulmano, colto o incolto) ne è egualmente proprietario.
Ma tutto questo è assai difficile da capire, perché oggi la storia dell’arte non è più un sapere critico, ma un’industria dell’intrattenimento ‘culturale’ (e dunque fattore di alienazione, di regressione intellettuale e di programmatico ottundimento del senso critico). Strumentalizzata dal potere politico e religioso, banalizzata dai media e sfruttata dall’università, la storia dell’arte è ormai una escort di lusso della vita culturale.”
Montanari
Nella serata, parlando del suo ultimo libro “Le pietre e il popolo” edito quest’anno da Minimum Fax, ha trattato, con estrema lucidità di pensiero, del ruolo del patrimonio artistico italiano al tempo della dittatura del mercato, mettendo l’accento sul degrado non solo fisico ma soprattutto “morale” dello stesso patrimonio artistico.
Citando dalle Verrine di  Cicerone a Dossetti (“la resistenza, individuale e collettiva,  agli atti dei pubblici poteri che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla Costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino”), Montanari ha fatto alcuni interessanti e ironici accostamenti fra il passato e l’oggi.
Ha poi parlato del processo di mercificazione del nostro patrimonio paesaggistico, storico e artistico, iniziato negli anni ’80 del secolo scorso (guarda caso gli anni del riflusso, della Milano da bere, delle feste in discoteca, dei nani e delle ballerine...), delle privatizzazioni e delle Fondazioni degli Enti culturali, del “mito dell’emozione”, abilmente coltivato da alcuni grandi organizzatori di mostre, opportunamente esposte in appositi mostrifici, strutture recuperate con sforzi economici spesso enormi (e pubblici) e che vengono adibite a contenitori di opere messe insieme secondo criteri a dir poco discutibili, che non producono né conoscenza né cultura, ma solo - quando va bene - divertimento e svago, per cittadini non più tali ma ridotti a clienti/spettatori.
Montanari ha giustamente evidenziato che “il patrimonio genera eguaglianza tramite la conoscenza, e quindi democrazia attraverso il sapere critico” e quindi non può essere degradato a strumento di svago e mezzo per “fare cassa”, come invece si sente ripetere sempre di più soprattutto dai nostri politici, con le pagine culturali dei principali giornali che funzionano come inserzioni a pagamento degli “eventi” pubblicizzati.
Mettere insieme, in questo discorso, L’Aquila e Chiomonte, due zone in cui la Costituzione è sospesa, due zone collegate loro malgrado perché, con la metà dei soldi indicati come necessari per la costruzione del TAV, si potrebbe ristrutturare il centro storico dell’Aquila, che ad oggi, dopo ben quattro anni, è sempre un cumulo di macerie, con gli abitanti che continuano a vivere nelle cosiddette “new town”, villaggetti anonimi, spersonalizzati e spersonalizzanti, senza alcuna connotazione fisica e culturale di città e quindi di cittadinanza. 
La forma dello stato si specchia nelle forme delle città: la piazza, i monumenti, i palazzi civici, ecc. Il patrimonio non può essere privatizzato in nome del rendimento economico. Deve essere tutelato e garantito come la scuola, la sanità, la giustizia per permettere la crescita di civiltà. Da qui la necessità di una alleanza forte fra cittadinanza e ricerca, istruzione, paesaggio e patrimonio storico e artistico.
Ringraziamo Tomaso Montanari per la competenza e la passione che mette al servizio della democrazia e speriamo di rivederlo presto in Valle.

Link per rivedere l'intervento alla serata del Grande Cortile:
http://youtu.be/weSNu4YL3_U 

Nessun commento:

Posta un commento